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ANTIREUMINA 10 COMPRESSE

ANTIREUMINA
Compresse

Principi attivi

Ogni compressa contiene: Principi attivi: Acido acetilsalicilico 275 mg Paracetamolo 175 mg Caffeina 25 mg

Eccipienti

Amido di mais, Cellulosa microcristallina, Magnesio stearato, Silice precipitata

Indicazioni terapeutiche

Che cos’è e a che cosa serve
Antireumina contiene tre principi attivi, l'acido acetilsalicilico ed il paracetamolo che hanno un'azione antidolorifica, antifebbrile e antinfiammatoria e la caffeina, un leggero stimolante che aumenta gli effetti antidolorifici dei primi due composti.
Antireumina è indicato per combattere mal di testa ed altri tipi di dolore quali nevralgie, mal di denti, dolori mestruali e dolori articolari. Antireumina è efficace per abbassare la febbre e per alleviare i sintomi delle malattie da raffreddamento.

Controindicazioni

Cosa deve sapere prima di prendere il medicinale
Non usi Antireumina:
- Se è allergico all'acido acetilsalicilico, al paracetamolo o alla caffeina o ad uno qualsiasi degli altri componenti di questo medicinale (elencati al paragrafo 6)
- Nel terzo trimestre di gravidanza
- In bambini e ragazzi di età inferiore a sedici anni.

Se soffre o ha sofferto di:
- Tendenza accertata alle emorragie
- Presenza documentata di ulcere nello stomaco o nel duodeno
- Favismo (malattia ereditaria caratterizzata da un deficit dell'enzima (una proteina specializzata) chiamato glucosio-6-fosfato deidrogenasi)
- Grave anemia emolitica (anemia per distruzione dei globuli rossi)
- Grave insufficienza delle funzioni del fegato
- Asma

Posologia

Adulti: da 1 a 4 compresse al dì. Non superare le dosi consigliate; in particolare i pazienti anziani dovrebbero attenersi ai dosaggi minimi sopraindicati. Il prodotto va assunto a stomaco pieno.

Conservazione

Conservare a temperatura ambiente.

Avvertenze e precauzioni

Avvertenze e precauzioni
Si rivolga al medico o al farmacista prima di prendere Antireumina In particolare consulti il medico se:
• ha spesso disturbi allo stomaco o all'intestino
• sta assumendo altri medicinali contenenti paracetamolo, perché il paracetamolo se assunto ad alte dosi può dare gravi effetti indesiderati
• intende iniziare una gravidanza, perché l'uso di questo medicinale è sconsigliato
• ha problemi di fertilità, o si sta sottoponendo a delle indagini sulla fertilità, in quanto il trattamento deve essere interrotto
• è in trattamento con altri antinfiammatori
• soffre di gravi malattie del fegato e del rene
• ha più di 70 anni di età ed è in trattamento con terapie concomitanti

Non usare il farmaco oltre 3 giorni consecutivi senza consultare il medico.
In caso di reazioni allergiche sospenda il trattamento e informi immediatamente il medico.

Interazioni

Usare con estrema cautela e sotto stretto controllo durante il trattamento cronico con farmaci che possono determinare l’induzione delle monoossigenasi epatiche o in caso di esposizione a sostanze che possono avere tale effetto (per esempio rifampicina, cimetidina, antiepilettici quali glutetimide, fenobarbital, carbamazepina). Il farmaco può interagire con anticoagulanti, uricosurici, sulfaniluree, ipoglicemizzanti. La somministrazione del prodotto, a causa della presenza di paracetamolo, può interferire con la determinazione dell’uricemia (mediante il metodo dell’acido fosfotungstico) e con quella della glicemia (mediante il metodo della glucosio-ossidasi-perossidasi). L’impiego preoperatorio può ostacolare l’emostasi intraoperatoria. Si deve prestare attenzione quando il paracetamolo è usato in concomitanza con flucloxacillina poiché l'assunzione concomitante è stata associata ad acidosi metabolica con gap anionico elevato, specialmente nei pazienti con fattori di rischio (vedere paragrafo 4.4).

Effetti indesiderati

Possibili effetti indesiderati
Come tutti i medicinali, questo medicinale può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino.

Sono stati inoltre segnalati disturbi uditivi (ronzii ecc.), vertigini, emorragie, soprattutto a carico della mucosa nasale (“epistassi”) e delle gengive.
Con l'uso di paracetamolo sono state segnalate reazioni cutanee di vario tipo e gravità anche su base allergica inclusi casi di eritema multiforme, sindrome di Stevens Johnson e necrolisi epidermica, disturbi che comportano vari gradi di arrossamento diffuso della pelle, comparsa di bolle sulla pelle, distacco di parte della pelle con malessere generale. Sono state inoltre segnalate reazioni di ipersensibilità quali ad esempio angioedema, (cioè un gonfiore localizzato ed autolimitante presente a livello dei tessuti sotto la pelle e sotto le mucose), edema della laringe (gonfiore della gola con senso di ostruzione), shock anafilattico (grave reazione allergica a rapida comparsa e che può causare anche la morte). Inoltre sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati: riduzione della conta delle piastrine (corpuscoli del sangue che facilitano la sua coagulazione) e dei leucociti (globuli bianchi), anemia, agranulocitosi (scomparsa o riduzione di globuli bianchi particolari detti granulociti), alterazioni della funzionalità epatica ed epatiti, alterazioni a carico del rene con la possibile comparsa di sangue nelle urine, disturbi gastrointestinali.

Segnalazione degli effetti indesiderati
Se manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, si rivolga al medico o al farmacista. Lei può inoltre segnalare gli effetti indesiderati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazionireazioni-avverse.
Segnalando gli effetti indesiderati lei può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.

Sovradosaggio

In caso di sovradosaggio, per la presenza di paracetamolo, si può provocare citolisi epatica, che può evolvere verso la necrosi massiva ed irreversibile. Per la presenza di caffeina, sempre per dosi elevate, si può verificare una sindrome di iperstimolazione con eccitazione, insonnia, ronzii, tremore muscolare, nausea, vomito, aumento della diuresi, tachicardia, extrasistolia, scotoma.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza L'uso del prodotto è controindicato nel terzo trimestre di gravidanza. ANTIREUMINA contiene acido acetilsalicilico (ASA). Gli studi clinici indicano che dosi di ASA fino a 100 mg/die possono essere considerate sicure limitatamente ad un impiego in ambito ostetrico, che richiede un monitoraggio specialistico. - Dosi di ASA 100-500 mg/die. Ci sono insufficienti dati clinici relativi all’uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die. Quindi, le raccomandazioni di seguito riportate per le dosi di 500 mg/die ed oltre si applicano anche a questo range di dosaggio. - Dosi di ASA 500 mg/die e oltre L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5%. È stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrione-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l’acido acetilsalicilico non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se l’acido acetilsalicilico è usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a: - tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); - disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios. la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: - possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse; - inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio. Conseguentemente, l’acido acetilsalicilico alle dosi > 100 mg/die è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza. Paracetamolo Una grande quantità di dati sulle donne in gravidanza non indicano né tossicità malformativa, né fetale/neonatale. Studi epidemiologici sullo sviluppo neurologico nei bambini esposti al paracetamolo in utero mostrano risultati non conclusivi. Se clinicamente necessario, il paracetamolo può essere usato durante la gravidanza, tuttavia dovrebbe essere usato alla dose efficace più bassa per il più breve tempo possibile e con la più bassa frequenza possibile.

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